People Come la tensione creativa stimola nuovo senso per i manager
Dove i manager – e non solo loro – devono trovare l’energia per intraprendere il loro percorso di trasformazione e autorealizzazione? In questo post parliamo di self management e di come questa disciplina possa davvero cambiare la vita professionale e privata.
sintesi
“Cosa vuoi fare da grande?” è la domanda che da ragazzina scatenava la mia capacità di sognare ad occhi aperti, un lasciapassare verso un futuro nel quale sentivo possibile fare quello che mi avrebbe resa felice.
La felicità non è forse, in fondo, poter fare nella vita quello che per ognuno di noi è veramente importante?
In questi ultimi anni, nella mia esperienza di formatore, in aula, ho avuto il privilegio di incontrare persone, Manager estremamente competenti nel loro lavoro, alcuni dei quali invischiati in una quotidianità complessa e alla ricerca di una passione perduta, di uno stimolo per rimettersi “in movimento”.
Questa nuova energia, questo coraggio e questa determinazione sono, secondo Peter Senge uno dei risultati della “padronanza personale”, di un allenamento costante nella disciplina del “Self Management”.
Scrive Senge nel suo libro “La quinta disciplina”: “Le persone con elevati livelli di padronanza personale espandono continuamente la loro capacità di creare nella vita i risultati che effettivamente cercano”. Questo costante allenamento presuppone di affrontare la vita in Azienda che i Manager vivono ogni giorno non in modo reattivo ma, al contrario, in modo creativo.
La crescita nella felicità dunque potrebbe non essere un’utopia ma il prodotto di un viaggio affascinante e impegnativo verso una destinazione desiderata, una visione coerente con ciò che nella vita è per noi veramente importante, con la nostra finalità che crea senso verso la nostra professione, la gestione delle nostre Persone, il portare a termine i nostri obiettivi.
La visione è qualcosa di concreto, un obiettivo, la destinazione che vogliamo raggiungere. Quindi, pensando ai Manager, la domanda che dobbiamo farci è: dove trovare l’energia per intraprendere questo percorso di trasformazione e autorealizzazione?
La risposta risiede in una della competenze del Self-Management, ovvero nel saper confrontare l’immagine chiara e vera della realtà attuale (dove siamo rispetto a ciò che vogliamo) con la nostra visione (ciò che vogliamo, che crea senso alla nostra visione in Azienda).
La consapevolezza di questo “gap” genera l’energia che ci serve, è quella che Senge chiama la “tensione creativa”, ciò che ci consente di pianificare le nostre azioni, attivare la motivazione, superare gli ostacoli. Il viaggio diventa esso stesso la nostra ricompensa. Questa nuova coerenza ci alimenta, ci fa sentire bene, non ci fa mollare. Non è facile. Come affrontare questa trasformazione? Sostanzialmente in tre modi:
1. Capire dove ci si trova, vedere chiaramente la realtà, il punto di partenza.
2. Definire la visione e chiederci cosa ce lo impedisce. Spesso sono le nostre convinzioni.Secondo il modello dei “Livelli logici” elaborato da Robert Dilts, le nostre convinzioni hanno un impatto sulla nostra motivazione ad acquisire nuove capacità e sui comportamenti che mettiamo o non mettiamo in atto. La prima è legata all’impotenza: crediamo di non essere in grado di poter fare quello che desideriamo. La seconda: non crediamo di meritarci di poter fare ciò che ci piace. È come avere un elastico che ci trattiene, per definire la visione dobbiamo superare le nostre convinzioni limitanti.
3. Sviluppare l’intelligenza emotiva, competenza essenziale della disciplina del Self-Management, ci aiuta a gestire quest’ansia impedendoci un “downsizing” della nostra visione, avvicinandola troppo alla realtà e rendendo il gap da colmare minimo.
Il Self-Management parte dalla persona. Nella professione, come nella vita privata, la disciplina del Self-Management, se allenata con perseveranza, ci consente di allineare con coerenza le nostre aspirazioni più alte personali e professionali, la nostra visione strategica sui progetti, la nostra identità in Azienda, i nostri valori e le nostre convinzioni nel gruppo di lavoro che governiamo.
Questo allineamento facilita comportamenti coerenti ed efficaci, osservabili da tutti coloro che ci circondano, che ci permette di creare valore e senso nelle attività quotidiane in Azienda e fuori.