Meno tweet, più messaggi istantanei?

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L’approccio sempre più collaborativo che la rete ha ormai preso da alcuni anni sta cambiando il modo di fare business. Questo l’argomento affrontato dalla rubrica WeBooks attraverso il libro della De Baggis.

World Wide Web di Mafe De Baggis (edito da Apogeo) si è imposto come uno dei più noti strumenti pratici per le aziende che vogliono trarre vantaggio dalle trasformazioni imposte al mercato dall’avvento del web 2.0.
Il sottotitolo «progettare la presenza in Rete: le aziende dal marketing alla collaborazione» dice questo, ma comunica anche un’idea (e un’ambizione) più forte. La Rete infatti è un luogo nuovo – questo è uno degli assunti principali del libro, fin dall’inizio – che si presenta con una ricchezza ed una complessità tali da spingere le aziende non solo a progettare nuove forme di marketing, ma, innanzitutto, a capire che cose accade lì dentro. È una quantità nuova, mai vista prima, di soggetti e di informazioni che si riversa in canali anch’essi nuovi. E, allo stesso tempo, la Rete è una qualità nuova di tali informazioni. Per questo, per la De Baggis, la parola chiave è socialità. Una socialità nuova e straripante, che l’azienda ha il compito, innanzitutto, di capire e -perché no – anche di replicare, come mostrano le interessanti pagine dedicate alle community aziendali.

L’impressione che si ha leggendo le considerazioni dell’autrice nella prima parte del libro è che – come d’altra parte dice lei stessa – la Rete si offre come una nuova “casa” che chiede di essere abitata. Non da semplici nuovi inquilini che aggiungono il proprio nome al citofono del megacondominio, ma da soggetti che hanno compreso che quello è un luogo dove è necessario essere consapevoli e intraprendenti in una maniera nuova, dove è necessario cioè “cambiare pelle”.

Per le aziende ciò significa abbandonare la pianificazione e il controllo tradizionali: «in Rete ascoltiamo, parliamo, collaboriamo, raccontiamo, chiacchieriamo, sbagliamo, e se qualcuno ci dice di cambiare quel colore che nella testa delle persone vuol dire ‘non ho più soldi’ ci svegliamo e lo ringraziamo. E torniamo a preoccuparci del valore di ciò che offriamo e della sua utilità, non del colore del logo» (p. 44).

Si può anche decidere di non bussare a questa porta, di ignorare la Rete, il punto è, osserva da De Baggis, che lei non ignorerà te. Alle aziende che decidono di “cambiare pelle” la De Baggis offre tutta una serie di chiavi e strumenti. Ma soprattutto offre uno sguardo nuovo su ciò che età ‘là fuori’. Tra i tanti spunti del libro, interessante la progettazione della socialità, in particolar modo sulla trasformazione di tutta una serie di parole chiave delle diverse dinamiche aziendali (pianificazione, controllo, immagine, creatività, utenti, target…).

Ora – scrive –  si deve accettare un ambiente in cui dominano collaborazione, fiducia, personalità, persone, community… Il primo passaggio chiave è proprio quello dalla progettazione alla collaborazione. Immergersi in una ricchezza nuova senza lasciarsene travolgere, nella convinzione che ciò che ne verrà fuori sarà una consapevolezza ed anche una identità ed una forza nuove di presenza sul mercato.
Queste novità la De Baggis le tratteggia proprio raccontando quelle trasformazioni, non dimenticando, nell’ultima parte del volume, di presentare, anche nel dettaglio, strumenti e nuovi approcci che ogni azienda che avvia deciso di cambiar casa non può non prendere in considerazione come una nuova e promettente dimensione di sé.