Companies L’immaginazione: la skill più importante del business
L’immaginazione è una skill fondamentale del business. E ad essa è collegato un’altra qualità tipica dell’impresa collaborativa: la capacità di avere fiducia, ossia di vedere in anticipo quel collaboratore, quel dipendente, quel partner all’opera con efficacia e creatività in un contesto imprevisto.
La nostra vita ordinaria è piena di cose che non ci sono… Non è l’inizio di un pezzo sulle fobie della mente, ma la sintetica descrizione del ruolo che gioca l’immaginazione nella nostra esperienza. L’immaginazione però non è la semplice capacità di creare immagini di qualcosa (o di qualcuno). C’è una logica, anzi più d’una, in questa nostra capacità. Immaginare non è semplicemente un “sognare da svegli”, come ha detto qualcuno. È qualcosa che ha a che fare con la profondità di cui le persone sono capaci e con il loro desiderio.
Si parla tanto di visione, di anticipazione come capacità strategiche senza riconoscere che in un certo senso questo software è già naturalmente incorporato nell’hardware-persona. Non solo perché la persona è sempre naturalmente proiettata al di là del proprio ambiente, ma anche perché essa anticipa qui ed ora gli ambienti futuri, disegnandone immagini a ripetizione.
Immagini di ciò che sarà. O immagini di ciò che si desidera che sia. Quindi non solo stati mentali.
La vera immaginazione si nutre dell’esperienza in atto, quindi di quello che c’è adesso, della sua consistenza e ricchezza. E cerca di estrapolarne la forma futura. Per questo la vera immaginazione ha una sua logica e, quindi, una sua verità.
Come semplice controprova di questo fatto è possibile osservare la scarsa capacità di visione e di immaginazione di coloro che sono piatti esecutori nel lavoro che fanno. Se qualche altro mondo sono in grado di immaginare, di solito, è un mondo a parte, in cui si rifugiano a tirare il fiato giocando con i propri sogni e per i fatti propri. Chi immagina con i piedi per terra, invece, illumina sempre di una luce nuova il contesto presente. Costringendolo a proiettarsi in avanti.
Pensiamo ora alla fiducia richiesta da ogni impresa collaborativa. Riporre fiducia in qualcuno è come fare una scommessa su di lui. La ‘scommessa’ rende bene l’idea del rischio implicito in ogni fidarsi. L’esito non è mai garantito. (Tra l’altro non è neanche detto che questo sia sempre e solo il lato debole della fiducia!).
Se però pensiamo a quelle skill che generano la capacità di avere fiducia di una personadobbiamo riconoscere che tra questi c’è la capacità di ‘vedere’ in anticipo quel collaboratore, quel dipendente, quel partner all’opera con efficacia e creatività in un contesto imprevisto.
Forse non ha tutti i torti Greg Satell quando indica nell’immaginazione la skill più importante del business… E non è forse vero che il medesimo skill è un talento molto ricercato da chi si occupa di scouting? Una grande pensatrice del ‘900, Hannah Arendt, descriveva l’immaginazione come un vero e proprio «ampliamento della mente».
Non la fucina di un altro mondo mentale ma la possibilità di collaborare alla profondità delle cose.