Innovation Google Trends: un altro circolo virtuoso nella rete
Quando si parla di Google si può parlare ancora di internet, e non solo di self-driving cars o di smartphones! In questo articolo vediamo come Google Trends e il suo aggiornamento producano dei circoli virtuosi che stimolano la rete alla produzione di contenuti utili agli utenti, rendendo l’azienda di Mountain View un colosso ancora più grande nella distribuzione di contenuti.
A Google internet piace! Naturale! Lo si capisce non solo dal fatto che, fin dai suoi tempi di start-up tecnologica, Internet è stato il suo core business, il suo habitat, ma anche dai prodotti che l’azienda sviluppa e che (ovviamente) alimentano l’ecosistema della rete.
Internet è per sua natura un complesso aggregato di diverse realtà, ci si trovano utenti, clienti, business, produttori, provider di servizi, osservatori, ricercatori, esploratori, e così via.
Nei suoi 17 anni di vita il colosso di Mountain View è riuscito a “organizzare l’informazione mondiale e a renderla universalmente accessibile e utile”. Si è trasformata in un juggernaut mediatico che, grazie alla potenza dei suoi algoritmi, offre ai suoi utenti la possibilità di trovare le informazioni che cercano, aggregarle secondo i loro bisogni, salvarle sul cloud, lavorarci sopra con Google Docs, o anche di pubblicare nuovi contenuti sia Video/Audio su Youtube che di testo su blogger.com. Forse è anche per questo che l’editoria, o una parte del mondo editoriale, è entrata in crisi.
A giugno di quest’anno Google ha lanciato un aggiornamento di Google Trends, uno dei suoi potentissimi strumenti editoriali. Questo prodotto, che permette agli utenti di visualizzare l’andamento delle ricerche in tutto il mondo, di identificare gli elementi più cercati e di raggrupparli per tempo di ricerca e luogo, è una sorta di paradiso per i produttori di contenuti.
Aver la possibilità di sapere che contenuti sono rilevanti in un determinato posto ad un dato istante (e si parla di istante perché in quest’iterazione è stata aggiunta la possibilità di esplorare i dati minuto per minuto) può significare il successo di prodotto editoriale (sia per fornitore di contenuti sia per il fruitore).
Google offre quindi, ancora una volta, qualcosa che connette i bisogni di più attori della rete. Da una parte, stimolando la generazione di materiale utile e di interesse, vengono supportati i content creator nel processo di sviluppo, dall’altra il pubblico riceve informazioni rilevanti rispetto a quel particolare momento e luogo. Google raggruppa inoltre i contenuti maggiormente cliccati in gruppi tematici per aiutare ulteriormente il processo esplorativo. Sarebbe curioso vedere come questo strumento possa influire sui cicli informativi e su eventuali fenomeni di inbreeding di contenuti.
È però sicuramente interessante osservare come la ora più grande internet company al mondo non si sia limitata a sfruttare l’habitat nel quale è nata ma lo abbia arricchito con strumenti che generano una sorta di circolo virtuoso all’interno della rete: più persone cliccano certi contenuti, più gli editori lo sanno e più ne parlano, offrendo al pubblico esperienze estremamente personalizzate e contestuali. Per una gestione self-fed del flusso e sempre in positivo.