Tools: Community Collaboration Cycle

Design Tools: Community Collaboration Cycle

Continua il nostro viaggio tra i tools: questa volta parliamo di communication collaboration cycle. Uno strumento utile per le community, ma non solo: importante per ogni fase del processo progettuale e di gestione. Come e perché usarlo (e anche quando) all’interno del nostro post.

sintesi

Continua il nostro appuntamento dedicato ai tool in ottica Weconomy. In questa seconda puntata obiettivo puntato sul Community Collaboration Cycle,  service design tool utile in ottica community e collaborative management, ma non solo. Trovate la versione cartacea di questo articolo sul nostro ultimo quaderno #6 di Weconomy (a proposito, stiamo lavorando al prossimo, in uscita a ottobre!) che potete scaricare qui.

Communication collaboration cycle

Si tratta di un modello che codifica il processo che alimenta la collaborazione di massa. Il ciclo descritto parte dalla definizione di un obiettivo che genera un contributo. La ricezione da parte della community produce un feedback (il cui contenuto è già di valore per la community) che, a sua volta, sviluppa un giudizio rispetto all’obiettivo stesso. Il giudizio deve essere poi sfruttato per creare cambiamento all’interno del sistema. Il mutamento stimola la definizione di nuovi obiettivi cheriavviano la dinamica ciclica.

Perché usarlo?

La codifica di dinamiche comunitarie che, in sistemi collaborativi, sono spesso difficili da prevedere e gestire,  è un utile tool che supporta e guida l’estrazione di valore all’interno del processo. L’identificazione di ogni singolo step e delle relative conseguenze, non solo offre un utile strumento-timone, ma aiuta anche a progettare interventi mirati all’innovazione del contesto.

Quando usarlo?

Questo strumento, riassunto schematico di una cornerstone del community management, è utile in ogni fase del processo progettuale e di gestione.

Come usarlo?

In aggiunta allo strumento, tre elementi fondamentali delle meccaniche di collaboration management sono:

  • La redazione: che allarga i confini e, oltre al community manager, coinvolge i referenti delle diverse funzioni, occupandosi di animare i partecipanti scandendo i tempi e i ritmi della community rispetto alla programmazione aziendale.
  • Il palinsesto, articolato su diversi piani: editoriale, di formazione e di animazione, integrati in un’unica metafora guida.
  • Le relazioni: osservate, studiate e, grazie al supporto di data scientist, rappresentate e utilizzate come flussi principali della diffusione delle informazioni.