L'elearning non è più quello di una volta

Companies L'elearning non è più quello di una volta

L'elearning sta diventando una leva strategica per le realtà aziendali dislocate geograficamente a livello globale.

sintesi

Molti, nel corso della loro passata vita professionale, hanno dovuto fare i conti con un corso elearning sulla sicurezza, o sulla normativa antiriciclaggio, o sulla responsabilità amministrativa da reato: 200 schermate di testo e immagini da fruire in modalità “avanti, avanti, avanti”, i cosiddetti “turning-page courses”. Sono Learning Object che hanno generato un generale senso di sfiducia nei confronti del mondo dell’apprendimento virtuale. Erano i tempi dei WBT, della connessione lenta e dei monitor fissi. Un tempo in cui l’efficacia di un percorso di apprendimento digitale era notevolmente inferiore rispetto a un classico percorso di F2F learning. Poi alla fine del 2014 accade qualcosa: uno studio del MIT rivela che l’apprendimento misurato sui partecipanti a un corso di Introduzione alla Fisica è stato equivalente tra chi ha partecipato in modalità in presenza e chi invece ha optato per la versione online: elearning e aula hanno dato gli stessi risultati in termini di efficacia. Incredibile. Cosa è successo? Il progresso tecnologico che abbiamo vissuto negli ultimi anni (per intenderci dal lancio nel 2007 del primo iPhone) ha cambiato il modo in cui apprendiamo e ci ha trasformati, come racconta Josh Bersin di Deloitte in una sua recente ricerca in quello che l’autore definisce Modern Learner. Il Modern Learner ha grande dimestichezza con lo strumento digitale, lavora spesso in mobilità, ricerca informazione/formazione sul web in maniera autonoma, è continuamente distratto durante le giornate da una quantità immensa di informazioni che arrivano da più parti, ha necessità continua di aggiornamento. In generale, quindi, rispetto a solo 10 anni fa esiste una maggior propensione all’utilizzo dello strumento digitale, anche in ottica di apprendimento. L’education technology è diventata un attore di primo piano nel mondo della formazione sia universitaria, sia aziendale; i dati di crescita del mercato globale dell’elearning supportano questa tesi: il tasso di crescita annuale negli ultimi 5 anni (fonte Docebo) è stato del 7.9% e le previsioni di crescita per i prossimi anni indicano un aumento costante. Il progresso tecnologico ha prodotto anche una vasta gamma di piattaforme open source o a pagamento facilmente customizzabili e adattabili a differenti esigenze in termini di numeriche e tracciamento, consentendo alle organizzazioni di trasformarsi in maniera autonoma in learning organization, attraverso modelli di integrazione tra fisico e digitale. Da non dimenticare la nuova frontiera del Tin-Can API, ultimo nato in casa ADL, che presto o tardi soppianterà l’inossidabile standard SCORM, e che consente di rendicontare una gran quantità di azioni e restituisce una fotografia dettagliata delle interazioni dell’utente con il Learning Object. L’elearning sta diventando una leva strategica per le realtà aziendali dislocate geograficamente a livello globale che hanno necessità, ad esempio, di formare la rete di vendita attraverso l’erogazione di contenuti formativi gestiti a livello centrale, per governare l’identity del brand e guidare i comportamenti verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali. In quest’ambito oggi è diventato possibile progettare soluzioni di apprendimento digitale customizzate su specificità definite di volta in volta con il Cliente, usufruendo di tecnologie abilitanti che consentono di integrare i classici meccanismi comunicativi top-down e bottom-up con interazioni peer-to-peer che arricchiscono il processo di apprendimento e ingaggiano i partecipanti, oppure di integrare momenti di apprendimento sincrono all’interno di percorsi asincroni (sistemi di web conference). Insomma, un bel passo avanti rispetto ai turning-page courses: parliamo di formazione collaborativa, che mette le persone al centro, con il grande vantaggio di essere più accessibile e quindi anche più democratica.