Next Step: Enter the Mesh

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Nelle pagine di “Weconomy” dedicate allo sharismo, citavamo il “meshing” come “next step” del puro e semplice concetto di condivisione. Di cosa si tratta? L’idea parte da un libro di Lisa Gansky del 2010, “perché il futuro del business è condivisione”.

Nelle pagine di “Weconomy” dedicate allo sharismo, citavamo il “meshing” come “next step” del puro e semplice concetto di condivisione.
Di cosa si tratta?
L’idea parte da questo libro di Lisa Gansky pubblicato nel 2010 con l’esplicito sottotitolo “Perché il futuro del business è condivisione”. Per l’autrice, il nuovo modello del meshing risiede nel sempre maggiore “peer-to-peer power” a disposizione dei consumatori (prassi che altrove – “Weconomy” incluso – è stata definita “consumo collaborativo”).
Fronte business, a questo inarrestabile fenomeno alcune aziende hanno saputo rispondere meglio di altre: sono le cosiddette “mesh companies” (che il sito cataloga in un semplice ed efficiente database), imprese creative che mettono in campo gli strumenti della contemporaneità (social media su tutti) per fornire ai propri clienti prodotti e servizi “nell’esatto istante in cui ne hanno bisogno”, senza che questo implichi necessariamente i tradizionali concetti di “proprietà” o “possesso”. Una situazione win-win, sia per le imprese, sia per i loro clienti.
La buona novella? Lisa Gansky mette nero su bianco che “there is real money to be made”, quanto meno da parte di quei brand capaci di guadagnarsi la fiducia della sempre più golosa fetta di mercato di persone intenzionate a “comprare di meno ma usare di più”.
Questo il video dello speech di Lisa Gansky alla conferenza PopTech:

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