La cooperation nelle strategie aziendali

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Cooperare, condividere, coinvolgere, partecipare: prima della crisi economica che ha investito le nostre economie queste parole sembravano riguardare per lo più l’ambito delle scelte “etiche” che le aziende potevano scegliere di fare. E oggi?

Cooperare, condividere, coinvolgere, partecipare: prima della crisi economica che ha investito le nostre economie queste parole sembravano riguardare per lo più l’ambito delle scelte “etiche” che le aziende potevano scegliere di fare. Oggi invece diventano una strategia di risposta alla crisi e di sviluppo aziendale. L’ingresso di nuovi soggetti imprenditoriali provenienti dalle economie degli ormai ex-paesi emergenti aumenta la competitività nazionale ed internazionale, alzando dunque il livello di conflitto cui i mercati sono sottoposti. La Cooperation è dunque una necessità ma anche un’opportunità, che può essere colta tra le imprese, all’interno delle imprese e tra le imprese ed i territori.

Tra le imprese cooperare per condividere servizi strategici, ridurre i costi degli approvvigionamenti, affrontare in squadra nuove sfide imprenditoriali e di innovazione tecnologica, catturare l’attenzione di nuovi clienti nonché rafforzare i legami con i territori e le istituzioni diventa dunque una scelta che coniuga etica ed utilità. L’alternativa è lo scontro aperto che evidentemente non potrà consentire a tutti di sopravvivere. Un tale approccio cooperativo può anche efficacemente svilupparsi a livello internazionale, portando così a valore specificità che generano un valore aggiunto “di squadra” in termini di competitività, innovazione e presenza sui mercati.

Nelle imprese cooperare tra settori, dipartimenti, funzioni per elaborare strategie integrate, per rafforzare il senso di identità aziendale, migliorare il clima sul lavoro e dunque produttività e capacità creativa. Le nuove tecnologie del web e dei social network aiutano e supportano queste dinamiche. Ma non bastano. La on line cooperation deve essere supportata da azioni dedicate off-line che orientino e rendano concreto lo scambio e l’incontro tra le persone, vero motore di innovazione. Anche in questo caso esistono tecnologie e metodologie ad hoc che possono rendere concrete ed efficaci le pratiche di coinvolgimento e partecipazione.

Cooperation infine tra le imprese e gli stakeholders, i diversi cioè portatori di interesse (utenti, clienti, fornitori, partner, istituzioni, ecc.) che diventano così alleati per il raggiungimento di obiettivi comuni, rafforzando un senso di comunità che crea legami più solidi, più duraturi e meno spietatamente opportunistici.

Esistono però delle condizioni di possibilità che devono sostanziare sia l’approccio interno che quello esterno. La dinamica cooperativa si accorda infatti male con strutture pesantemente gerarchiche e con modalità d’azione fortemente predatorie. La gerarchia piramidale deve lasciare il posto al sistema rete, che vede differenziazioni di responsabilità e ruoli ma non assegna posizioni di potere inattaccabili: al contrario, processi continui di feedback loops che valutano, smontano e ricreano le strategie e le performances a tutti i livelli sono il cuore pulsante di una cooperation concreta. Ugualmente, i legami con gli stakeholders passano attraverso una presa di coscienza della responsabilità in termini di ricaduta per tutta la società connaturata al fare impresa ed al fare impresa di successo.

La vera innovazione è dunque cooperare: chi ha scelto questa strada sta già avendo successo!