Articoli L'Open Source che non t'aspetti
La filosofia Open Source è sempre più in espansione, e si muove dall’informatica a nuovi e imprevedibili campi di applicazione: un esempio via TED e una breve riflessione sulle sue prospettive presenti e future.
In principio era il software. Poi l’hardware. Poi, il settimo giorno, il WE non riposò ed estese anzi il verbo dell’Open Source all’intero resto del mondo.
In questo TED Talk, Marcin Jakubowski ci apre in poco più di 4 minuti uno scorcio sulle potenzialità dell’apertura dei processi produttivi in un ambito forse inaspettato per chi, comprensibilmente, è abituato ad associare l’idea di “Open Source” al solo software – da Linux in giù – o, tutt’al più, alle entusiasmanti frontiere dell’hardware partecipativo alla Arduino: l’ambiziosa vision è niente meno quella di un “Global Village Construction Set” di 50 macchinari agricoli e industriali “fai-da-te” o, per citare il nome del progetto, di una Open Source Ecology.
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I conti, quanto meno a livello di macro-trend, tornano: il movimento “dal basso” del “Do It Yourself” (o, meglio, del “Do It With Others”), che trova nella rivista americana MAKE la propria punta di diamante, ha ormai sviluppato nel tempo una serie di case studies dalle prospettive (anche economiche) molto interessanti come – per citare solo un paio di esempi già inclusi l’anno scorso sulle pagine di “Weconomy” – la crowd-industrial design company newyorkese Quirky o la rivoluzionaria factory automobilistica in co-creation Local Motors.
Né, d’altronde, è un caso che il progetto Open Source Ecology abbia di recente fatto affidamento alla celebre piattaforma di finanziamento collettivo Kickstarter (che proprio sullo scambio di valore tra l’imprenditoria creativa e i suoi potenziali “followers” ha gettato le proprie fondamenta) per recuperare nuovi fondi di investimento.