People Alfabeto: C come coinvolgimento
Che cosa mette insieme le persone? Ecco un’altra parola dal nostro Alfabeto: si parla di coinvolgimento.
Vogliamo un ‘sì’? Vogliamo una firma? Un ‘mi piace’? Vogliamo una reazione, di qualsiasi tipo? Abbiamo bisogno di braccia? Abbiamo bisogno di idee? Abbiamo bisogno di numeri?
Ogni bisogno di questo tipo, lo sappiamo bene, è bisogno di tirare assieme a sé altri. Coinvolgerli, appunto. Ecco allora che ci diamo da fare per elaborare iniziative, per scegliere (o creare) strumenti per indurre coinvolgimento. Sempre, però, con una sottile preferenza per le ‘armi’ psicologiche. Si pensa, coscientemente o meno, che coinvolgimento = affiatamento. Che gli altri si coinvolgano portandoli all’interno di una ‘nuvola psicologica’, una miscela di ‘profumi’ affettivi positivi, solidali, e ammalianti. Di solito però basta una ventata d’aria per disperdere tutto. E comunque si tratta di una classica inversione della causa con l’effetto. Che cosa infatti mette insieme le persone? O meglio: che cosa le mette insieme a me (al mio obiettivo, al mio progetto, alla mia o nostra necessità)? Le risposte (esatte) a questa domanda sono forse tante quante le cose in cielo e in terra. Un bisogno o un pericolo sono forse le prime che ci vengono in mente.
Gli unici ingredienti ‘sicuri’ però sono 1) io che cerco di far convergere altre persone; 2) la ‘cosa’ attorno cui devono convergere, ‘avvolgersi’ (appunto involvere), normalmente un compito, un obiettivo. L’io e il compito, questi sono il ‘minimo comune multiplo’ del coinvolgimento. Ora: questi due termini sono già insieme? Sono già ‘coinvolti’ tra loro? Ha iniziato ad accadere qualcosa da questa unione? Qualcosa che colpisce, che impatta sullo sguardo degli altri? Allora abbiamo in mano la vera risorsa da spendere. Possiamo anche programmare ulteriori strategie di coinvolgimento, perché l’elemento attraente di fondo c’è. Coinvolgere significa infatti convocare all’appuntamento con qualcosa di interessante. Se le cose stanno così è anche più facile trovare le parole e le vie giuste per proporlo agli altri. Ma se non c’è quell’unione già in atto all’origine, quello che posso fare è cercare di costruirla con parole ed effetti speciali, sperando di ammaliare. E che l’ipnosi duri il tempo necessario a portare a casa il risultato. Certamente il rischio che corriamo con chi ci sta attorno è alto. È infatti buona cosa tener presente che il contrario di ‘coinvolgere’ non è ‘rifiutare’, non è ‘allontanare’. Nessuno di questi. Se stiamo all’etimo delle parole è sconvolgere.