Walk on the Local Side

Economy Walk on the Local Side

Nuovi equilibri tra Me e We, in una dimensione intermedia tra le due polarità.

sintesi

Il locale mi interessa perché è una dimensione di mezzo, intermedia. Provo a spiegarmi meglio. Siamo abbastanza consapevoli che il contesto liquido ci ispira la nuova abilità di trovare continuamente punti di equilibrio tra posizioni opposte, spesso prima definite in modo manicheo (buono/cattivo). In epoche certe e stabili è facile fare la lista di cosa si deve fare e cosa non va fatto. La fantastica incertezza contemporanea ci allena invece a prendere decisioni che richiedono forte attenzione all’equilibrio. Fisico o digitale, prodotto o servizio, push o pull, pianificazione o tattica, celle o cellule, controllo o delega, centro o periferia, soddisfare o stupire, efficacia o efficienza. Qualunque sia la coppia di caratteristiche, l’importante è capire che si tratta di polarità sì estreme ma da gestire individuando di giorno in giorno il giusto mix di ibridazione. Nessuna delle due polarità è giusta a prescindere. La persona, e l’organizzazione, devono saper trovare equilibrio come un acrobata che cammina sul filo. L’equilibrio è un gioco dinamico per cui per camminare sul filo è necessario bilanciare peso a destra e sinistra, davanti e dietro e soprattutto.. evitando di essere statici. In un contesto elastico, se stai fermo, cadi. Se stai tutto a sinistra (o destra) cadi. Se ti sbilanci devi controbilanciare, se no cadi. Quando sei sul filo, il vento cambia direzione senza preavviso! Il “locale” lo metterei come un punto dove cercare equilibrio tra gli estremi della leva della dimensione organizzativa. Da una parte il singolo, l’individuo inteso come particella atomica del business, che sia il Cliente o il Collaboratore, così vivido e croccante da essere unico. Dall’altra la dimensione più ampia della società e del mercato stesso, spesso così ampio da essere poco afferrabile e generica. In mezzo c’è il “locale”. Il locale come dimensione sulla quale allenare nuovi equilibri perché nel locale si incontrano il singolo e l’insieme. Il locale è lo spazio in cui l’impresa si fa invadere dalla community di Clienti georeferenziata. Dove l’impresa e il suo brand si presentano come ospiti “da fuori”. Accettare la dimensione provvisoria del locale significa progettare offerta, palinsesti, prodotti e servizi sapendo che si tratta di sistemi aperti che verranno completati solo localmente. Quei Clienti, quel giorno, in quel contesto, con quel vissuto periferico completeranno un’azione di marketing che è stata pensata lontano e per tutti. Pensare “Locale” significa costruire sistemi che siano efficienti nel chiarire il “perché”, costruiscano mappe di “cosa” ma che lascino sufficiente autonomia nel “come”. A livello locale i Clienti e i Competitor hanno un nome, un indirizzo e spesso un volto! A livello locale è più facile misurare il risultato di un’azione. A livello locale è facile riorganizzare lo sforzo commerciale in base all’evoluzione climatica del giorno! A livello locale bisogna saper alzare lo sguardo oltre i propri confini in impresa per selezionare e installare localmente quello di cui abbiamo bisogno. Progettare modelli di servizio, costruire nuova offerta, testare soluzioni innovative... tutte azioni che richiedono una forte attenzione alla dimensione “locale” in quanto spazio di confine sul quale si incontreranno e cercheranno equilibrio tutte le forze interne ed esterne dell’impresa. E il digitale? Potenzia questo ragionamento, ma ne parliamo un’altra volta.

Weconomy book

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    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

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    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

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    UFO. Unidentified Future Organizations

    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

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    Kill Skill: un non catalogo di competenze

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    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

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    Robot: l'automazione è collaborativa?

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    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

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    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

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    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

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    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

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    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

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    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

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    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

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    La “Rivoluzione dell’Impresa” che mette la persona al centro del suo futuro. Una rivoluzione che trasforma la Persona umana da risorsa ad “atleta, acrobata, artigiano”.

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    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

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    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.