Rivoluzione in corso per le Risorse Umane

Management Rivoluzione in corso per le Risorse Umane

Il cambiamento è oggi e le aziende non possono far finta che non ci sia, né rimandarlo.

sintesi

Human (R)evolution. Partiamo da qui, dall’uomo, dalla rivoluzione e dall’evoluzione. Il mondo sta cambiando, ci vuole poco per accorgersene: la tecnologia ha un peso sempre più importante nelle nostre vite, paesi che fino a pochi anni fa avremmo considerato appartenenti al “terzo mondo” diventano giganti dell’economia; i rapporti sociali tra le persone cambiano, le possibilità di comunicazione aumentano, ma spesso abbiamo più amici “virtuali” che reali… Il cambiamento è oggi e le organizzazioni non possono far finta che non ci sia, rimandarlo; il cambiamento è urgenza, è Rivoluzione, la seconda grande rivoluzione dopo il passaggio dal Taylorismo alle Risorse umane, dall’uomo-macchina delle grandi fabbriche del novecento, magistralmente rappresentato da Charlie Chaplin in “Tempi Moderni” alla Risorsa umana, una Risorsa per certi aspetti simile alle altre risorse aziendali (le materie prime, le tecnologie, i macchinari…) ma dotata di una sua psicologia. Una Risorsa che va motivata, spinta a migliorare sempre le proprie performance e le proprie competenze, con l’obiettivo di una crescita professionale (quasi) infinita. Oggi, però, anche questo modello è in crisi: l’esaltazione della performance ha portato ai disastri economici di questi ultimi decenni, l’apologia della carriera ha portato a svilire il lavoro manuale, la bellezza del “fare”, mentre ha magnificato il ruolo del manager, di colui che comanda, che usa la testa e non le mani. Da dove ripartire: da un piccolo cambiamento, da Risorsa umana a risorsa Umana, rimettendo la persona al centro, non come risorsa da potenziare, ottimizzare (ma anche in una certa misura consumare) bensì come essere umano, con tutta la sua ricchezza. Solo in questo modo acquistano senso le parole nuove che (finalmente) si sentono: sostenibilità, diversità, conoscenza. Sostenibilità non è solo “green economy”: una visione veramente ecologica deve pensare all’essere umano e all’ambiente insieme, un’azienda attenta a non inquinare è sicuramente lodevole, ma al tempo stesso deve creare per i propri dipendenti un ambiente di lavoro sostenibile, stimolante e competitivo ma anche sereno e (perché no) piacevole. Diversità non è solo, come spesso si intende, facilitare l’integrazione di persone di sesso, nazionalità, età differenti; fare veramente “diversity” è soprattutto favorire l’espressione di idee nuove, non ostacolare l’incontro-scontro di modi di pensare divergenti, accettare l’originalità e qualche volta anche l’eccentricità. Conoscenza non è semplicemente “knowledge management”. Trovare strumenti e metodi per gestire il sapere non basta, la conoscenza – forse per la prima volta nella storia – è tanta (qualche volta pure troppa!), ovunque e a disposizione di tutti. Bisogna però imparare a ricercare le informazioni giuste, a selezionarle, a interpretarle, senza mai dimenticare quel grande “tesoro” di conoscenza che sono le persone che lavorano con noi: la competenza dei più esperti, la curiosità dei giovani, i piccoli e grandi talenti delle persone che lavorano con noi. Ripartiamo dall’essere umano, sempre in costante Evoluzione. Pensiamo alle nostre organizzazioni come a esseri viventi, che possono sopravvivere solo se evolvono costantemente, se reagiscono in modo pronto ed efficace alla complessità dell’ambiente. La vita media dell’uomo si è allungata in modo eccezionale e rimaniamo giovani più a lungo: secondo alcuni studi a 40 anni siamo come i nostri genitori a 32. Al contrario le organizzazioni vivono sempre meno, la vita media è di circa 18 anni, il 60% delle prime 500 aziende stilata da Fortune negli anni settanta non esiste più. Le organizzazioni devono quindi imparare dall’uomo, dalle grandi capacità di adattamento, di cambiamento, di ripensare la propria esistenza che ha ognuno di noi. Questa sarà la nuova grande Human (R)evolution.

Weconomy book

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    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

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    UFO. Unidentified Future Organizations

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    Kill Skill: un non catalogo di competenze

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    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

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    Quid novi? Generazioni che collaborano

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    Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

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    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

  • Management: Cross, Self, Content

    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

  • Local: Talent, Community, Making

    Local: Talent, Community, Making

    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

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    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

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    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

  • Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.