I trucchi per un miglior Community Management

Articoli I trucchi per un miglior Community Management

Come far vivere e prosperare una community? In questo articolo vengono analizzate le dinamiche che regolano l’ingaggio in una community digitale e il ruolo del Community Manager. Articolo tratto dal nostro quaderno #8 sul Ne(x)twork!

Un viaggio nel ruolo del Community Manager tratto dal nostro Quaderno #8!

Che la collaborazione aperta, continua e diretta tra colleghi, Clienti, reti distributive e partner porti beneficio a tutti, è un concetto ormai noto e condiviso a livello internazionale.

Viene allora da chiedersi perché non avvenga spontaneamente e in maniera sistematica. Perché nonostante sia facilissimo creare con le più sofisticate e costose tecnologie ambienti in cui collaborare e comunicare, si continuano a generare cattedrali digitali deserte? Perché anche quando la collaborazione, dopo averla spiegata e facilitata, si arriva a IMPORLA, si raccoglie comunque così poco?

Per superare questo empasse, in Logotel abbiamo sviluppato il Community Building, ovvero la metodologia di design con cui progettiamo reti fisiche e digitali di scambio di valore professionale, partendo sempre da un punto fermo: trovare ed esaltare le chiavi motivazionali di ingaggio per ogni partecipante o, in termini neuroscientifici, stimolare la produzione di dopamina. La vera forza del network consiste, infatti, nel riuscire a dare motivazione a ciascuno dei suoi membri, a chiarire quel perché” individuale che è condizione indispensabile per passare dalle teorie dell’intelligenza collettiva e connettiva alla concretezza di una rete di persone e di gruppi che generano quotidianamente valore tangibile per se stessi e per gli altri. Se non pensassimo innanzitutto a questi “perché”, la community non potrebbe mai funzionare.

Dario, responsabile marketing di una nuova linea di assicurazioni, registra e pubblica un’intervista nella sua pausa pranzo perché sa che potrà così spiegarne i dettagli alla rete di vendita in maniera rapida ed efficace e, mettendo a disposizione dell’altro suo tempo, potrà raccogliere i feedback direttamente dalla rete di vendita sul “suo” prodotto. E migliorarlo.

Marco, uno dei primi venditori che ha proposto l’offerta ai Clienti, racconterà spontaneamente dopo una lunga giornata di porta a porta le proprie esperienze (positive e negative) in community, perché sa che riceverà consigli dai colleghi e i suoi spunti saranno ascoltati dall’azienda: con queste informazioni potrà capire e vendere di più.

Come Dario e Marco, ogni altro partecipante a un network di condivisione di valore ha il suo “perché”, un perché che va ricercato nella sfera del vantaggio pratico personale (sfera del “cacciatore”), della relazione e attestazione sociale (sfera della “tribù”) o della realizzazione personale (sfera del “sé”).

Tutto qui il segreto di una community che funziona? Beh, forse sì, ma non è che sia facile. Disegnare e gestire nel tempo un motore di generazione continua di motivazione, ricompensa, senso di appartenenza e legame per ogni partecipante non è un gioco da ragazzi, e non avviene certo per caso. Per questo motivo risulta essenziale il ruolo del community manager, una figura dedicata alle persone che fanno parte della rete e che le ascolta, osserva e interagisce con loro ideando giorno dopo giorno sempre nuovi meccanismi motivazionali che sappiano far galleggiare tutti i membri all’interno del “flusso” di creatività e interazione tipico di reti di valore.

Reinterpretando lo psicologo Csikszentmihalyi, e le sue teorie sulla motivazione e la soddisfazione personale, si può parlare di una sorta di delicato equilibrio, uno stato di grazia tra consapevolezza, motivazione, competenze personali e le richieste che ci vengono fatte, un equilibrio che, se non gestito da un community manager esperto, rischia di arenarsi tra le vette della frustrazione o sprofondare nella noia: due nemici giurati di ogni perché alla collaborazione.

Se, quindi, la potenzialità del nextwork è data dalla moltiplicazione e dall’interazione tra tutti gli elementi che lo compongono, è però essenziale tenere sempre al centro dell’attenzione ogni individuo che ne fa parte e che, secondo le proprie competenze e risorse, contribuirà e si attiverà con investimento personale solo se troverà, ogni giorno, il proprio perché.

Weconomy book

  •  Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato. 19045

    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

    Il primo mattone che ha dato il via al progetto Weconomy. Weconomy, L’economia riparte dal noi esplora i paradigmi e le opportunità dell’economia del Noi: più aperta, più partecipativa, più trasparente fatta di condivisione, reputazione e collaborazione. Grazie al mash-up di contributi internazionali e alla partecipazione di oltre 40 co-autori, Weconomy Book è un serbatoio di energia, pensieri, teorie, storie, pratiche e strumenti che ruotano attorno al tema del talento collettivo. Un incubatore informale e aperto al contributo di tutti, per immaginare, creare e continuare ad innovare il futuro dell’economia.

Magazine

  • Una visione completamente diversa

    Una visione completamente diversa

    Le comunità trasformative sono organismi viventi situati in spazi ibridi. Sono multidimensionali e porose, sempre in movimento e attraversate da esperienze che attivano scambi e generano azioni trasformative. È mettendo al centro queste comunità, oltre agli individui che le abitano, che possiamo affrontare le grandi sfide del presente e del futuro, generando impatti positivi.

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    UFO. Unidentified Future Organizations

    Le organizzazioni sono diventate UFO: oggetti non identificati in trasformazione. Oggi abbiamo la possibilità di immaginare un futuro desiderabile per questo nuovo tipo di imprese, ibride distribuite. A partire dal nuovo ecosistema di relazioni e dai legami significativi tra persone, territori e comunità.

  • Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    Trash. Sconfiggiamo la vendita-spazzatura

    In questo Quaderno indaghiamo le origini del trash. Che, per noi, nascono da quella vendita che non risolve problemi reali e concreti. L'antidoto è una vendita circolare e infinita, che trae il massimo vantaggio moltiplicando i punti di contatto con il Cliente, coinvolgendolo e generando una visione condivisa tra persone e organizzazioni.

  • Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Kill Skill: un non catalogo di competenze

    Non esistono skill “a prova di futuro”. Perché, quando parliamo di abilità e competenze, in realtà parliamo di sviluppo delle persone.

    In questo Quaderno abbiamo affrontato il tema delle skill dal punto di vista sistemico, per esplorare ciò che ispira e motiva a imparare, a praticare nuovi comportamenti e innesca percorsi evolutivi che connettono persone e organizzazioni.

  • Robot: l'automazione è collaborativa?

    Robot: l'automazione è collaborativa?

    R come Robot - Quali sono le possibili relazioni tra umani e tecnologia? Il tema è esplorato indagando in due sezioni le trasformazioni a livello sociale e aziendale. Una sezione dedicata alla mostra Posthuman (svoltasi durante la MDW 2017) conclude il quaderno. L'obiettivo di questo numero è quello di fornire spunti, quello di avviare un dialogo, di stimolare un'ulteriore esplorazione di diversi punti di vista.

  • Quid novi? Generazioni che collaborano

    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

  • POP Collaboration: Point Of Presence

    POP Collaboration: Point Of Presence

    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

  • Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    Oops, Or, Ok: il paradosso della scelta continua

    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

  • Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

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    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

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    Local: Talent, Community, Making

    L di Local.Un’occasione per riflettere e agire sulla (e dalla) dimensione collaborativa come combinazione di Talent, Community e Making. Con inserto dedicato alla quarta dimensione del Tempo con Timescapes.

  • Info, Indie, Inter: L’Innovazione rinnovata

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    I come innovazione, che è prima di tutto unaa questione di valori (e di valore). E innovare il contenuto (Info), innovare l’attitudine (Indie), innovare la relazione (Inter) sono le tre possibili scelte di valore per le Imprese.

  • HR: Human (R)evolution

    HR: Human (R)evolution

    La “Rivoluzione dell’Impresa” che mette la persona al centro del suo futuro. Una rivoluzione che trasforma la Persona umana da risorsa ad “atleta, acrobata, artigiano”.

  • Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    Empowerment, Feedback, Gamification: c’era una volta il Retail

    C’è e soprattutto ci sarà ancora? Se ne parla in questo terzo Quaderno attraverso 3 parole chiave: Empowerment, Feedback, Gamification, aspetti fondamentali del retail collaborativo.

  • Design: (Re)shaping Business

    Design: (Re)shaping Business

    D come Design: aperto, social e collaborativo, a disposizione dell’Impresa per (ri)dare forma al business. Un quaderno che raccoglie e sviluppa spunti e contributi emersi durante l’evento Making Together.

  • Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

    Il quaderno dedicato alle prime lettere dell’alfabeto per l’Impresa collaborativa: A come Auto, B come Beta, C come Co. Perché la collaborazione è sì una necessità, ma funziona solo se c’è uno scopo e un senso condiviso.