Society Do schools kill creativity? Educazione e creatività
Parliamo della necessità di ripensare la nostra idea di intelligenza e di approcciare l’intelligenza dinamica.
sintesi
Nell’attuale contesto sociale si è parlato di crisi delle risorse umane. Anche la parola ‘risorse’ non viene più riconosciuta, oggi si parla di individui pensanti, di persone. Persone che hanno molteplici identità, che sono alla ricerca della loro specializzazione e, allo stesso tempo, sono agili nel cambiare ruoli in continuazione. Per essere così, in continua evoluzione le persone devono prima di tutto avere le basi per potersi formare. Ma con quale formazione? Come il sistema educativo sta evolvendo per far fronte ai cambiamenti in atto? Sir Ken Robinson, educatore e scrittore britannico è a favore della creazione di un sistema educativo che nutra la creatività (anziché metterla a repentaglio). Questo lo racconta attraverso una serie di presentazioni al TED (‘Do schools kill creativity?’ è la TED Talk più vista di tutti i tempi, con oltre 36 milioni di visualizzazioni).
Sir Ken Robinson dice: il nostro sistema educativo è basato sull’idea di abilità accademiche. Questo perché prima del XIX secolo non c’erano scuole. Furono create per venire incontro ai fabbisogni industriali. Quindi, le discipline più utili per il lavoro sono in cima al nostro sistema educativo e l’abilità accademica domina la nostra idea d’intelligenza, perché le università hanno creato il sistema a loro immagine. Dobbiamo ripensare radicalmente la nostra idea di intelligenza. Parlare di intelligenza significa parlare di persona. Le persone riflettono visualmente, uditivamente, cinesteticamente. Pensiamo in modo astratto, in movimenti. Secondo Sir Ken Robinson, l’intelligenza è dinamica. Se guardiamo le interazioni di un cervello umano, l’intelligenza è meravigliosamente interattiva. Il cervello non è suddiviso in compartimenti. Infatti, la creatività – che Sir Ken Robinson definisce come il processo che porta a idee originali di valore – si manifesta spesso tramite l’interazione di modi differenti di vedere le cose. E la terza cosa sull’intelligenza è che è distinta.
Le persone sono come le risorse naturali; giacciono spesso in profondità. Devi andare a cercarle. Non si presentano in superficie. Bisogna creare le condizioni per permettere ad esse di manifestarsi. La persona deve essere al centro. E ci si può immaginare che sia l’educazione il contesto dove ciò accade. Le comunità umane si reggono sulla diversità dei talenti, non su una singola concezione di abilità. Al cuore della sfida c’è la ricostituzione dell’idea di abilità e di intelligenza. Il talento umano è tremendamente diversificato. Le attitudini delle persone sono molto diverse. Ma non è solo questo. È questione di passione. Spesso le persone sono brave nelle cose che non gli interessano. È questione di passione e di ciò che entusiasma il nostro spirito e ci dà energia. Dobbiamo allontanarci da un modello industriale dell’educazione, un modello di produzione, che è basato sulla linearità, sul conformismo e sulla segmentazione delle persone. Dobbiamo riconoscere che la crescita dell’essere umano non è un processo meccanico, ma un processo organico. Dobbiamo creare le condizioni entro le quali le persone inizieranno a crescere e svilupparsi. Sir Ken Robinson crede che la nostra unica speranza per il futuro sia di adottare una nuova concezione di ‘ecologia umana’, nella quale cominciare a ricostruire la concezione della ricchezza delle capacità umane. Lavorare sul dono dell’immaginazione umana come ricchezza differenziale del pensiero laterale delle persone.