Quid Novi? Dialogo immaginario su generazioni che collaborano

Society Quid Novi? Dialogo immaginario su generazioni che collaborano

Un dialogo sul tema delle generazioni e sulla diversità all'interno dell'impresa.

sintesi

Generazioni: parliamo di nonni, genitori, figli e nipoti? Non nello specifico. Parlando di persone, si parla inevitabilmente di nonni, genitori, figli e nipoti, ma le generazioni non sono solo questo. Il bello del concetto di ‘generazione’ è che contiene in sé diverse dimensioni nelle quali ciascuno di noi si può riconoscere. Generazioni come contenitori che racchiudono altre cose, allora. No, no, mi sono spiegato male. Le generazioni non sono dei contenitori. Al contrario sono degli aggregati complessi di indicatori che aiutano a definire e interpretare possibili comportamenti di gruppi discreti di persone. Non hanno i confini netti delle scatole ma quelli fuzzy delle palline da tennis. Ogni individuo troverà un riscontro personale con diverse caratteristiche della propria generazione ma non necessariamente con tutte, alcune caratteristiche nelle quali si riconosce saranno magari più specifiche di generazioni alla quale quell’individuo in realtà non appartiene. I confini sono decisamente meno netti di quelli di un contenitore. Perché ovviamente ciascuno di noi è diverso dagli altri… Ovvio! Indipendentemente dalla generazione, a livello individuale siamo tutti differenti. Due persone nate lo stesso giorno nello stesso posto avranno chiaramente pensieri diversi, sensazioni diverse e seguiranno percorsi diversi, saranno però esposte agli stessi eventi storici, culturali, sociali e li fruiranno attraverso gli stessi canali; potranno quindi avere approcci simili alle stesse dinamiche. Pensa ad esempio a come un 15enne comunica rispetto ad un 51enne. Stessi strumenti, modalità di utilizzo diverse. Ma non si corre il rischio di cadere in facili stereotipi? Sicuramente questo è uno dei rischi e degli errori nei quali più spesso ci si imbatte quando si parla di generazioni. La chiave è evitare generalizzazioni e identificare quegli indicatori di cui ti ho appena detto, che possono meglio descrivere le attitudini della porzione di popolazione nata in quel periodo. È ovvio che non tutti gli individui in Italia che appartengono alla generazione dei Millennials subiscono l’influenza della crisi economico-finanziaria nello stesso modo, la maggior parte di loro, però, ha una percezione non proprio rosea del proprio futuro. Millennials, ho sentito spesso parlare di questa generazione. Ma le altre generazioni? I Millennials sono quelli che più catturano l’attenzione dei media e dai marketers in questo momento ma le generazioni non si fermano qui. Per esempio, nel 2016 l’Istat ha pubblicato un report che descrive l’Italia attraverso la lente generazionale e definisce sei generazioni a partire da quella della Ricostruzione (persone nate tra il ’26 e il ’45) fino alla Generazione delle Reti o Generazione Z (nati tra il ’96 e il 2015). Ci sono poi altre tre generazioni: i Baby Boomer divisi in Generazione dell’Impegno (nati tra il ’46 e il ’55) e Generazione dell’Identità (nati tra il ’56 e il ’65), Generazione di Transizione anche detta Generazione X (nati tra il ’66 e il 1980) e la famosa Generazione del millennio, detta anche Millennials o Generazione Y (nati tra il 1981 e il ’95). Importante è però ricordare che di suddivisioni generazionali ne esistono molte a seconda della fonte e del luogo di provenienza, poi ci sono alcune definizioni che sopravvivono e diventano globali (vedi Millennials) e altre che scompaiono.   Ok, prendiamo queste come riferimento generale. Che caratteristiche ha ciascuna generazione? Beh, siamo così fortunati da avere qui degli esponenti da ciascuna generazione.Lasciamo parlare loro. Chi inizia?Reti: Scusa, stavo postando una nostra foto su Instagram, non ho capito la domanda...Ricostruzione: Tutti uguali! Anche mio nipote sta sempre sull’internet.Impegno: Almeno quando ero giovane io, avevamo degli ideali...Millennial: Ma se sono le vostre generazioni che ci hanno lasciato il mondo in queste condizioni!Identità: Beh, almeno noi abbiamo fatto i soldi, voi state solo ad abbracciar gli alberi.Transizione: Non ho niente da aggiungere. Forse meglio che riprendiamo a chiacchierare noi due... Sarà meglio. Comunque nelle prossime pagine ci sarà uno schema che descrive meglio ciascuna generazione. Ottimo! Ultima domanda: e con Weconomy cosa c'entrano tutte queste cose? Nell’Impresa oggi sono presenti almeno 4 delle 6 generazioni delle quali abbiamo parlato ed è innegabile che ciascuna generazione, a livello aziendale, sviluppi bisogni, interessi che vanno in qualche modo appagati e soddisfatti e si imbatta in sfide che devono essere superate. Ogni Impresa deve quindi essere in grado di gestire esigenze caratterizzate da un’ampia varietà. La seconda sezione di questo Quaderno non si limita però a trattare l’age diversity nelle Imprese come una cosa semplicemente da gestire per limitarne i danni ma come opportunità da sfruttare per rendere le dinamiche all’interno dei team più efficaci. I gap generazionali non devono infatti necessariamente portare a conflitti e tensioni negative. Attivare dinamiche collaborative tra individui di generazioni diverse porta spesso a risultati il cui valore è superiore. Va bene ma non si rischia... Avevamo detto ultima domanda. Per saperne di più basta continuare a leggere il Quaderno!

Weconomy book

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    Thinking, connecting, cooperating, collaborating, swarming, empowering, democratizing, sharing: il futuro è già cambiato.

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    Quid novi? Generazioni che collaborano

    Q come Quid Novi – Generazioni che collaborano. Il quaderno numero 11 di Weconomy si concentra sulla condivisione di luoghi, tempi e spazi da parte di diverse generazioni con mindset differenti e sulle trasformazioni che questa convivenza implica. Autori dalle età, competenze e mestieri diversi, per assicurare un punto di vista molteplice. Perché la collaborazione tra generazioni è un’opportunità.

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    P come P.O.P. Collaboration. Il decimo quaderno descrive lo spettro di significati assunti dall’io nei processi di collaborazione. 12 autori dai background diversi si interrogano sul ruolo dell’individuo che si riprogramma e si trasforma (Hyperself) e che collabora in maniera diffusa e spontanea, essendo consapevole del ruolo degli altri io coinvolti (Integrated Self). L’io come particella fondamentale della collaborazione.

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    O come OOPS, OR, OK. Il Quaderno 9 indaga il paradosso della scelta continua: tra i 14 autori che esplorano le tematiche legate al “prendere decisioni”, troviamo dall'astronauta, al medico, dal designer al community manager, tutte persone che lavorano in contesti in forte trasformazione. Perché di fronte alla scelta e alle opzioni, l’unica scelta veramente sbagliata è non scegliere.

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    Ne(x)twork: flow, amplified identity, common environment

    N come Ne(x)twork, neologismo che gioca sulle parole next, work e network. Il Quaderno 8 è dedicato al futuro del lavoro e alla necessità che questo sia connesso e condiviso in modo continuo. Una condivisione che porta alla creazione del Flow (Flusso) che l’Impresa collaborativa ha il bisogno di saper dirigere, coordinare, stimolare ed eventualmente modificare in itinere.

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    Management: Cross, Self, Content

    M come Management. Il settimo Quaderno esplora le mutevoli dinamiche e i cambiamenti che riguardano il mondo del Management: un racconto in tre atti di come intrecci tra universi diversi (Cross), propensione all’auto-organizzazione coordinata (SELF) e valorizzazione dei contenuti sull’offerta (Content) rappresentino le tre diverse dimensioni nelle quali l’Impresa collaborativa si sviluppa.

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    Auto, Beta, CO: (Ri)scrivere il Futuro

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