I volti coesivi delle comunità di comunità

Una Visione completamente diversa I volti coesivi delle comunità di comunità

In un mondo sempre più connesso e instabile, le imprese più competitive sono quelle coesive, che allargano il proprio perimetro e mettono le comunità al centro del proprio modello di business.

Le crisi in corso rendono sempre più instabile il contesto nel quale operano le imprese. Il modello che permetteva di competere sul mercato prescindendo da relazioni autentiche con le organizzazioni e le persone che a vario titolo entrano in contatto con l’impresa non è più adatto ad affrontare cambiamenti così repentini. Il mondo è più connesso di quello che pensavamo e l’impresa si trova immersa in una rete di soggetti interdipendenti – quando lo richiederà il contesto – a cui dare e da cui ricevere input per lo sviluppo e la crescita. È in questo scenario che alimentare la creazione di comunità diventa essenziale, estendendo il perimetro dell’impresa fuori dalle proprie mura.

Come Fondazione Symbola analizziamo da tempo le imprese coesive, cioè quelle organizzazioni che mettono le comunità al centro del proprio modello di business. Nelle imprese coesive c’è un fortissimo livello di adesione che si estende su più piani: i consumatori sono più fidelizzati, i dipendenti sviluppano un maggiore senso di appartenenza, ed è più facile dar vita a collaborazioni strategiche con altre realtà. Tutto ciò genera una condizione di maggiore sicurezza nell’affrontare tanto momenti di cambiamento positivo quanto quelli di difficoltà. Questi benefici sono documentati nel nostro rapporto Coesione è competizione 2023, dove emerge innanzitutto che le imprese coesive stanno aumentando in tutta Italia (il 43% delle PMI nel 2022 contro il 37% del 2020) e, inoltre, nel biennio 2021-2022 queste realtà hanno registrato una crescita di fatturato superiore al mercato (38% a fronte di 29%). Queste nuove modalità di generazione del valore avvengono a diverse scale e in diverse forme.

Le comunità interne

La prima forma di comunità coesiva trasforma i dipendenti in soggetti attivi. Per esempio, nello stabilimento abruzzese di Honda Italia, tutti i collaboratori possono dedicare una parte del proprio tempo a migliorare il funzionamento dell’impresa, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista dell’innovazione di prodotto. Non è una forma di partecipazione che reagisce a stimoli predeterminati, perché tutti collaborano alla ridefinizione e al continuo riposizionamento dell’azienda.

Aziende come Prysmian o Luxottica ritengono invece talmente importanti le proprie comunità interne da stimolare i dipendenti a diventare azionisti e quindi, in qualche misura, co-proprietari.

Queste dinamiche generano un doppio valore: l’azienda ottiene spinte all’innovazione dal basso e anche i dipendenti ne traggono beneficio, portando nel perimetro imprenditoriale i propri bisogni.

Il mondo è più connesso di quello che pensavamo e l’impresa si trova immersa in una rete di soggetti interdipendenti

Le relazioni con la filiera

L’approccio comunitario si estende anche al rapporto tra aziende e le proprie filiere. E così nascono le comunità che si riuniscono intorno alla manutenzione di beni sempre più scarsi. Ciò è sempre più necessario per fare progressi nel mondo dell’economia circolare. Nel passato, infatti, chi agiva a monte della catena del valore, producendo materie prime, non dialogava con la parte finale della filiera. Oggi tutti i soggetti sono spinti a dialogare e co-progettare, per sviluppare le condizioni necessarie ad allungare la vita di ogni componente base cosicché, a fine utilizzo, possa ricominciare un nuovo ciclo di vita.

Anche l’innovazione sta diventando un elemento importante per creare comunità di soggetti imprenditoriali. Sono sicuro che i prodotti del prossimo futuro nasceranno da saperi che non risiedono in silos, ma intersecano settori diversi. Questo dialogo continuo è fondamentale nell’epoca delle “grandi convergenze” in cui settori industriali un tempo separati si intrecciano sempre di più. In quest’ambito l’esempio più evidente riguarda l’elettrificazione, dove il mondo dell’automobile collabora sempre di più con quello dell’energia e del digitale.

Le comunità che legano aziende a consumatori

Nella relazione azienda-cliente sta accadendo qualcosa di interessante: i secondi non sono più solo acquirenti, ma partecipano al progetto dell’impresa. Per esempio, molte aziende che producono moto o biciclette hanno creato comunità per scambiare feedback, dove spesso i clienti suggeriscono soluzioni per migliorare i prodotti alle quali l’azienda non aveva pensato.

In generale, penso che tutte le imprese che attivano un’autentica comunità di ascolto riescono a generare valore da questa relazione, perché intercettano domande nuove e stimoli continui a innovarsi.

L’innovazione sta diventando un elemento importante per creare comunità di soggetti imprenditoriali

Tra mercato e Terzo settore

Un’altra relazione importante riguarda il Terzo settore, con cui le imprese sviluppano comunità nelle quali la dimensione valoriale si integra con quella di mercato. Pensiamo all’interazione tra Eataly e Slow Food, che ha dato vita a una relazione benefica e continuativa. Nello specifico, Slow Food ha costruito una comunità che ha permesso di salvare una serie di prodotti dall’estinzione, caratterizzandoli e facendoli conoscere al mondo. E poi Eataly ha costruito un mercato proprio per quei prodotti, portando a compimento il processo avviato da Slow Food.

La relazione con le comunità territoriali

Molte aziende alimentano le comunità territoriali, prima di tutto perché significa migliorare il contesto di vita dei propri dipendenti. Un esempio è Luxottica, il cui stabilimento produttivo si trova ad Agordo, un piccolo comune del Veneto. Per il leader mondiale nella produzione di occhiali, è fondamentale attrarre talenti da tutto il mondo in un contesto lontano dai grandi centri urbani. Luxottica ha quindi intessuto relazioni con le amministrazioni locali per rendere più attrattivo il territorio dove vivono i propri dipendenti, generando valore ed effetti positivi per l’intera cittadinanza. Oggi, infatti, Agordo ha scuole e servizi di una qualità talmente elevata da essere un contesto desiderabile anche per i manager esteri e le loro famiglie.

Riconoscere l’appartenenza a molteplici comunità

Per le imprese coesive sta diventando sempre più importante guardare alle persone come parte di molteplici comunità, non limitandosi solo alla dimensione aziendale. Alcune realtà permettono alle persone di dedicare parte del tempo lavorativo alla cura delle associazioni di cui fanno parte. In Alessi, ad esempio, i dipendenti possono partecipare alla manutenzione degli spazi comunali pubblici durante l’orario d’ufficio. In Enel, invece, i dipendenti partecipano a campagne ambientaliste con la sponsorship aziendale.